Narra la leggenda di una monaca Shaolin di nome Ng Mui vissuta 300 anni fa, che venne costretta, assieme a pochi fratelli sopravvissuti, a scappare dal suo monastero assediato e distrutto. La caduta del monastero fu resa possibile grazie ad alcuni monaci al suo interno, i quali si lasciarono convincere dal nemico a tradire i propri compagni e appiccarono un incendio all’interno del monastero stesso.
Ng Mui, una volta che si mise in salvo, decise di sviluppare un sistema che fosse più efficiente dello Shaolin Kung Fu per vendicare i propri fratelli e rovesciare il nemico.
La prima persona a cui insegnò le sue nuove tecniche fu Yim Wing Tsun, una giovane ragazza presa di mira da un uomo del suo v illaggio che la minacciava e voleva costringerla a sposarlo. Wing Tsun riuscì a sconfiggere il suo pretendente grazie a quello che aveva imparato da Ng Mui e quest’ultima pregò la ragazza di perseverare nello studio delle arti marziali e trasmettere ciò ch e aveva imparato.
Questa è soltanto una delle tante leggende sull’origine del Wing Tsun, la più conosciuta, immagino sia perché raccontare di un’arte marziale inventata da una donna, notoriamente “sesso debole”, attiri un pubblico più vasto di persone che cercano una disciplina adatta a tutti in termini di forza fisica. In effetti il Wing Tsun è un’arte marziale, un sistema, accessibile a tutti.
Non è però per tutti, per essere praticato e interiorizzato infatti pone alcune condizioni: costanza, apertura mentale, fiducia, duro lavoro (letteralmente Kung Fu).
Personalmente ho iniziato a praticare ormai dieci anni fa, non conoscevo nulla del Wing Tsun, né tanto di altre discipline, ero attratta dalla pratica marziale forse per quel fascino orientale tanto d iverso che fa sognare alcuni di noi occidentali. Allora mi trovavo a Messina per i miei studi universitari e mi misi a cercare tra le palestre finché mi imbattei nel mio attuale Si Fu Roberto Pasqualino. La prima lezione non mi permise di capire molto, ma il Si Fu trasmetteva entusiasmo e passione per quello che insegnava e decisi di fidarmi iniziando questo viaggio.
Piano piano iniziai a comprendere che si trattava di qualcosa di diverso da quello che avevo immaginato o da quello che si può vedere nei fil m, col tempo e con la pratica ho imparato che si tratta di un sistema intelligente, complesso, preciso, che non lascia nulla al caso, volto alla difesa personale senza scontro tra forze opponenti. In particolare l’intelligenza del wing tsun risiede nello s tudio delle linee più convenienti lungo le quali dirigere un movimento, la sua complessità dipende dal fatto che di movimenti il corpo, le mani e i piedi possono compierne un’infinità ma nonostante questo, basandosi su alcuni semplici principi, è possibile trovare la risposta migliore ad ogni attacco senza, appunto, lasciare nulla al caso. Tutto questo però risulta efficace solo se si agisce con estrema precisione.
Un sistema così complesso necessita di una tipologia di allenamento mirato ed altrettanto in telligente. Le prime cose che si imparano sono le posizioni base, gli spostamenti e la modalità di lanciare un attacco, pugno o calcio che sia, lungo la linea centrale (perché una linea retta è la distanza più breve tra due punti ed è quindi il modo più ra pido per raggiungere l’avversario). Segue quindi lo studio delle forme e passo passo delle sue applicazioni. Tutti i movimenti si imparano prima in maniera “asciutta”, vengono cioè eseguiti senza avversario, senza provare o sapere a cosa servono, soltanto dopo che sono stati fatti propri e “automatizzati” si passa al loro utilizzo. Proprio per questo motivo ho precedentemente affermato che sono necessari apertura mentale e fiducia, bisogna sapere che ogni movimento ha un perché, allenarlo e successivamente imparare ad applicarlo. Questo sistema si ripete esattamente uguale ad ogni gradino del percorso.
Altri aspetti fondamentali del wing tsun sono la sensibilità, la fluidità e il non utilizzo della forza. Quest’ultima caratteristica è ciò che lo rende acce ssibile ad individui di ogni corporatura, quindi di entrambi i sessi e di ogni età. I primi due principi sull’utilizzo della forza sono infatti “Liberati della tua forza” e “Liberati della forza dell’avversario”. Per poter reagire in maniera adeguata ad un attacco bisogna essere in grado di “sentirlo” e per imparare a farlo è necessario rispettare una delle condizioni di cui dicevo prima, vale a dire la costanza nell’allenamento.
Tutti i movimenti del wing tsun infine devono essere fluidi e come nel flusso tra Yin e Yang queste due forze si mescolano e si scambiano nel wing tsun questo avviene tra difesa e attacco. Ogni movimento di difesa assorbe e rimanda all’avversario l’attacco.
Il terzo e quarto principio sull’utilizzo della forza recitano infatti “Restituisci al tuo avversario la sua Forza” e “Aggiungi la tua Forza alla sua”.
Liberarsi dall’uso della forza e acquisire sensibilità e fluidità è possibile attraverso il più classico degli esercizi del wing tsun, vale a dire il Chi Sau (mani appiccicose), il quale diventa sempre più articolato man mano che si progredisce e si aggiungono nuovi movimenti e possibilità.
Al di là dell’aspetto marziale il wing tsun porta con sé tante altre cose. Personalmente da quando pratico ho acquisito una maggiore sicurezza in me stessa e una maggiore consapevolezza del mio corpo e delle mie possibilità. Mi ha però anche messo spesso di fronte ai miei limiti, sia fisici che mentali, proprio perché si tratta di un percorso a gradini ognuno dei quali insegna qualcosa di più co mplesso proprio quando sembra di aver chiaro quello che si è fatto fino a quel momento. Ammetto di essermi sentita diverse volte anche molto scoraggiata e di aver pensato di mollare, ma grazie alla pazienza del mio Si Fu, alla sua fiducia in me e alla sua capacità di incoraggiarmi ho tenuto duro e ho capito che ci saranno sempre queste fasi ma che sempre riuscirò a superarle, l’importante è continuare a credere nelle mie possibilità e nel wing tsun stesso.
Allo stesso modo, nel frattempo, ho traslato nella mia quotidianità questa voglia di non arrendermi. Cerco di affrontare i periodi difficili che inevitabilmente si attraversano con lo stesso spirito marziale, perché in fondo potrebbe non capitarmi mai, si spera, di dover affron tare un’aggressione fisica, ma la vita stessa ci obbliga a combattere per sopravvivere alle difficoltà di ogni giorno. E così con i “piedi a terra e la testa verso l’alto”, come nel primo motto sulla Siu Nim Tau prima form a del wing tsun mi ripropongo di vivere ogni giorno e di continuare il mio viaggio nella pratica d i questa bellissima disciplina del la quale sono sicura che il meglio debba ancora arrivare.
Un ringraziamento particolare va al mio Si-Fu Roberto Pasqualino sen za il cui sostegno non sarei dove sono oggi, al Si-Gung Tam Yiu Ming che ci ha accolti come associazione e come student i e ci guida in questo perco rso e a tutti i miei compagni di viaggio , grazie ai quali ho la possibilità di confrontarmi e crescere.
Alessandra Giuliana