Il Wing Chun raccontato nella tesi di Laurea di Jessica Pastore
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STILE WING CHUN
LA SAGA DI IP MAN NEI FILM DI WILSON YIP
Introduzione
La tesi ha come obiettivo mettere in evidenza il valore educativo, formativo e culturale delle arti marziali, nate in un mondo differente dal nostro sia nei costumi sia nelle usanze. Ho cercato di dimostrare che i valori etici, che le hanno caratterizzate, sono ancora vivi anche a distanza di tanti secoli.
Le arti marziali infatti, vengono praticate da bambini, adolescenti e adulti, non hanno limiti d’età e di sesso; favoriscono lo sviluppo di competenze personali atte a migliorare l’autostima e l’autonomia, a riuscire a far fronte agl’imprevisti della giornata permettendo di gestire le paure, l’ansia e lo stress. All’interno di questo contesto si riesce a dare supporto e a sviluppare delle capacità relazionali nel loro adattamento all’ambiente e all’integrazione sociale, favorendone l’inclusione nel gruppo.
Le arti marziali, promuovono dei sani stili di vita e anche la valorizzazione della diversità, divengono un insostituibile mezzo di prevenzione nei fenomeni di bullismo, di obesità e di violenza. Cercherò di dimostrare che la disciplina delle arti marziali può migliorare il livello psicologico, fisico, emotivo dei giovani atleti, aiutandoli ad affrontare la vita.
Molti stili tradizionali di arti marziali si fondano su basi filosofiche e morali che provengono da movimenti religiosi. Nel Wing Chun sono evidenti tre correnti: Taoismo, Confucianesimo e Buddismo. La storia del sifu (maestro) Ip man riesce a rispecchiare tutte queste caratteristiche
Come questi valori abbiano formato Ip Man nel carattere, nel comportamento, nella sincerità e nell’autocontrollo è chiaramente rappresentato nella saga filmica incentrata sulla sua vita, oggetto della mia tesi. Per percepire e comprendere a fondo questo mondo affascinante che ruota intorno del wing chun kuen (cinese tradizionale: 詠春拳 ), di solito chiamato Wing Chun (詠 春), stile Kung fu tradizionale cinese meridionale che ha il significato di "eterna primavera".
Il primo capitolo è formato da tre paragrafi: nel primo capitolo della tesi dove viene esposta in sintesi la biografia del Grand Master Yip Man, e i film che si sono ispirati alla sua vita sia privata sia di maestro di arte marziale. Tra questi abbiamo soprattutto la trilogia di Ip Man composta da Ip Man 1, Ip Man 2 e Ip man 3, che serviranno come punto di riferimento per spiegare le tematiche che verranno trattate. Nel secondo paragrafo si parlerà del Wing Chun come una disciplina che riesce a trasmettere ai bambini i valori educativi e il rispetto nei confronti dei propri coetanei, sviluppando in esso empatia che da un’impronta positiva nella sua crescita, mentre il terzo è incentrato su come il protagonista riesce ad affrontare la malattia della moglie e il dolore che essa stessa genera, riesce in Ip Man a reagire in modo razionale senza farsi coinvolgere emotivamente dalla rabbia e dall’odio.
Il secondo capitolo viene impostato sulla relazione tra allievo-maestro con due scene dove incontriamo i due allievi che in futuro diventeranno i più famosi che ha avuto il maestro Ip Man: nel primo paragrafo il dialogo tra il maestro Ip man e Leung Cheung, mentre nel secondo quello tra Ip man e Bruce Lee.
Infine nel terzo paragrafo, per comprendere a fondo come la figura del maestro abbia un’impronta positiva sull’allievo, farò una breve esposizione del rapporto che si viene a istaurare tra maestro e allievo. Tutto ciò è possibile solo se alla base si è istaurato con il proprio maestro un rapporto solido e sincero.
capitolo 1
LA VITA SECONDO IL WING CHUN
1.1 Biografia di Yip Man, Grandmaster
Il film analizzato da me è un interessante sguardo sul mondo in cui visse Yip Man nel sud della Cina negli anni ’30 del secolo scorso.
Yip Man, nato a Foshan (nella regione di Guangdong) il 1° ottobre del 1893, fu il terzo di quattro figli di Yip Oi-dor e di Ng Shui; proveniente da una ricca famiglia, ebbe un’educazione cinese tradizionale. Nel 1905 Yip Man iniziò a praticare il Wing Chun, un’arte marziale cinese, presso il maestro Chan Wah Shun, che si era trasferito nella tenuta della famiglia di Yip Man a Foshan. Yip, pur avendo iniziato gli studi marziali già all’età di 6 anni, conobbe il vero Wing Chun a Hong Kong, a 15 anni si trasferì a Hong Kong dove frequentò la st. Stephen's College una scuola per allievi di famiglie facoltose.
Qui incontrò il grande maestro Leung Bik, che gli ha dato non solo una grandissima tecnica ma anche la ferrea disciplina e la grande umiltà che diventeranno i tratti distintivi del futuro maestro. Ritornato a Foshan all’età di 24 anni, dopo aver sposato Cheung Wing Sing, cominciò a insegnare anche se non aprì subito una scuola ufficiale. Grazie alla sua fama gli fu offerto il lavoro di capo della polizia, che accettò.
Quando i giapponesi invasero Foshan, Yip Man perse tutto e dovette anche iniziare a lavorare e in poco tempo il nome di Yip Man divenne famoso, per il suo continuo esercizio di arti marziali con altri praticanti.
Nel ’49 durante il regime comunista, Yip Man fuggì ad Hong Kong e tornò a Foshan solo dopo la fine della seconda guerra sino – giapponese e riprese la sua carica di ufficiale di polizia, senza mai smettere di praticare le arti marziali.
Nel 1967 Yip fondò con alcuni suoi compagni l’associazione Hong Kong Wing Chun Atlantic Association.
Fu il primo ad insegnare dietro compenso, avendo tra i pochi allievi il giovanissimo Bruce Lee, il cui rapporto dura dal 1954 al 1957.
Yip Man morì in povertà il 2 dicembre 1972 a causa di un cancro alla gola. Prima di morire decise di registrare, documentare in video la forma di Wing Chun. Alcuni manufatti della sua vita (tante fotografie, video, l’uomo di legno) sono esposti al museo di Yip Man Tong in Cina a Foshan. La sua storia ha inspirato molti film:
- Ip Man, film cinese del 2008;
- Ip Man 2, film cinese del 2010;
- Ip Man - The Legend Is Born, film cinese del 2010;
- The Grandmaster, film del 2013 prodotto ad Hong Kong;
- Ip Man - The Final Fight, film cinese del 2013;
- Ip Man 3, film cinese del 2015;
- Ip Man 4, film cinese 20/12/2019 prodotto ad Hong Kong
1.2: valore educativo delle arti marziali nella crescita dei bambini
Dialogo tra Ip Ching e Cheung Fong
Il comune denominatore delle arti marziali è sicuramente il loro alto contenuto morale e spirituale, grazie al quale si possono modificare i comportamenti, superare le paure che i bambini affrontano durante la loro crescita.
Le arti marziali, insieme di pratiche fisiche e mentali, un tempo legate al combattimento e quindi alla possibile vittoria del guerriero, oggi sono una forma di percorso di miglioramento individuale e di attività fisica completa spesso volta alla difesa personale. Questo si può vedere chiaramente nel film Ip Man 3, nel primo dialogo tra i Ip Ching e Cheung Foung.
BAMBINI (CORO): Lotta! Combattimento!
CHEUNG FONG: Cheung Fong di Wing Chun.
IP CHING: Ip Ching di Wing Chun.
BAMBINI (URLANO): Lotta! Botte!
Ip Ching e Cheung Fong iniziano la lotta
MRS. WONG (MAESTRA): Stop! Fermate il Combattimento!
In tarda serata a casa di Ip Man
CHEUNG FONG: Maestro. CHEUNG TIN-CHI: Allievo, dimmi cosa è successo oggi.
YIP MAN: I bambini hanno litigato e poi hanno combattuto.
Impareranno col tempo. Vieni qui, Yip Ching. CHEUNG TIN-CHI: Allievo, non ti scusi?
YIP MAN: Ah anche Ching è in errore.
CHEUNG FONG: Ip Ching, mi dispiace.
IP CHING: Mi dispiace, Cheung Fong.
YIP MAN: Adesso Stringetevi la mano. Adesso siate amici.
I due protagonisti sono ripresi all’interno della scuola, durante la ricreazione. Ip Ching e Cheung Fong frequentano le arti marziali e per provare l’uno all’altro chi sia il migliore, cominciano un combattimento. Durante questa scena, i loro compagni gridano a gran voce “lotta”, per incitarli. Arriva improvvisamente la maestra che, pensando a una lite, li divide e poi chiama i genitori per comunicare loro ciò che era accaduto e per lamentarsi del comportamento scorretto che essi hanno tenuto a scuola.
Ma i due bambini, figli di maestri che praticano arti marziali, si affrontano per imitare il comportamento dei genitori osservato durante la loro attività quotidiana e anche per confrontarsi e migliorarsi nella tecnica marziale. Dei padri, uno arriva a scuola piuttosto in ritardo, perché impegnato nel lavoro, l’altro non si presenta e in tarda serata si reca a casa del maestro Yip Man, che aveva portato con sé Cheung Fong per non lasciarlo a scuola da solo.
All’arrivo del padre del bambino, durante la discussione Cheung Tin-Chi dà la colpa dell’accaduto al proprio figlio, mentre Yip Man dice che sono colpevoli entrambi e fa loro stringere la mano come deve essere tra due leali combattenti
La stretta di mano dei due bambini mostra come i principi delle arti marziali, in questo caso quelli del Kung Fu, siano applicabili alla vita quotidiana e come possano incidere sull’educazione dei bambini, fin dalla loro infanzia; sviluppano, infatti, empatia nei confronti dei coetanei, autostima che aiuta il fanciullo a migliorarsi durante la crescita e a raggiungere quell’ autodeterminazione, ottima per affrontare le difficoltà talvolta difficili da superare. È importante, inoltre, ricordare che il Wing Chun segue una vera e propria filosofia del vivere cinese, avendo come punto di riferimento il Buddismo, il Taoismo e il Confucianesimo.
1.3 I valori portanti delle arti marziali a fondamento della quotidianità
La pratica dell’arte marziale “Wing Chun” ha fortemente plasmato la personalità di Yip Man, infondendogli valori quali il rispetto di sé e degli altri, il coraggio, la lealtà, la consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti, che lo hanno aiutato nella sua quotidianità, facendo di lui un uomo forte, responsabile e sicuro di sé.
L’attività continua del Wing Chun lo aiuta ad affrontare le nuove e difficili problematiche che la vita gli presenta durante la guerra, come la carestia, la malattia della moglie, la povertà, la violenza, il lutto delle persone care, tematiche trattate nel primo film dedicato alla sua biografia. (Ip man1).
Ciò si può chiaramente osservare nel film Ip Man 3, in cui il maestro rimane accanto alla moglie durante la malattia e la morte, dimostrando il suo grande amore e la sua forza d’animo in situazioni drammatiche e dolorose, dimostrando di essere non solo un eccellente maestro (sifu) di Wing Chun, ma anche un grande uomo.
In questa scena i due protagonisti sono presentati nell’intimità della loro casa, mentre si svolge il primo vero e proprio dialogo tra loro. Cheung Wing Sing, contenta di trascorrere tanto tempo con il marito, gli esprime tutta la sua felicità e lo ringrazia dell’amore dimostrato in un momento così difficile per lei. Si rende conto inoltre che Ip ha rinunciato a sé stesso e alla sua attività, che spesso li aveva tenuti fisicamente molto lontani.
Cheung Wing Sing, però, ha capito e appoggiato sempre il marito, senza mai ostacolarlo e senza lamentarsi della sua assenza, dandogli conforto e la giusta vicinanza nella realizzazione del sogno. Cosciente dell’importanza della sfida per lui, gli comunica di averla riorganizzato e lo esorta a riprendere gli allenamenti necessari.
CHEUNG WING SING: Passiamo tutti i giorni insieme, e questa cosa mi rende felice. Ma potrei esserlo ancora di più. La gente dice che la vita ci appartiene in realtà non è così e io non l’avevo capito fino ad oggi. Adesso finalmente comincio a comprendere. Tu appartieni a te stesso, appartieni alla tua famiglia, e appartieni anche a questo posto. Ci sono cose che dovresti fare. Non voglio che tu possa avere dei rimpianti.
YIP MAN: il mio unico rimpianto è di non essere stato un marito migliore.
CHEUNG WING SING: non dirlo, tu sei stato grande con me. Se non fossi stata malata, tu avresti accettato quella sfida?
YIP MAN: Sì.
CHEUNG WING SING: Ecco questo è l'uomo di cui mi sono innamorata. Mi sono preso la libertà di fissare con lui una nuova sfida. E da molto che Non sento il suono dei tuoi movimenti.
Yip man si alza dalla sua sedia e inizia ad allenarsi con l’uomo di legno.
Proprio quando rinuncia alla sfida è evidente la grandezza dell’uomo Ip Man, nel riconoscere e nel rimpiangere di non essere stato per lei un buon marito. Questa scelta mette in luce non solo il suo senso di solidarietà umana e l’amore per la donna ma anche il rispetto di quei valori che sono alla base del Kung Fu.
Per assistere la moglie durante la sua grave malattia, infatti, egli lascia senza alcuna esitazione ogni tipo di allenamento, rinunciando anche alla sfida “amichevole” con Cheung Tin-chi (padre di Cheung Foung), a cui teneva tantissimo.
Incitato dalla moglie, riprende gli allenamenti con grande dolore, spesso piangendo al pensiero di lasciarla da sola, in un mo-mento così difficile per lei, dimostrando grande forza morale.
Non esistono uomini sottomessi alle mogli, ma solo uomini che le rispettano
Capitolo 2
Il rapporto di Ip Man, maestro di arti marziali, con gli allievi
2.1 Sheung Leung e Ip man
Per Ip Man importante è la relazione tra maestro e allievo. Per accet-tare un nuovo aspirante, infatti, bisogna conoscerne bene il carattere e il temperamento, e solo dopo si considera se l’allievo possa pagare o meno la retta della scuola. Tra i suoi allievi e istruttori ricordiamo Leung Sheung. Questo stretto rapporto tra maestro e allievo lo si vede anche nelle scene in cui agiscono Bruce Lee e Sheung Leung.
In una scena del film Ip Man 2 6, che avviene all’interno di un carcere, nel dialogo di due maestri di Kung Fu e di un giovane allievo, vi è la chiara esemplificazione dei valori delle arti marziali.
MAESTRO JIN: Aprire una scuola di arti marziali a Hong Kong, è un vero problema ci sono troppe scuole, troppi maestri e anche troppe regole.
È quel maestro Hung, ha tanti seguaci, molti appoggi e un sacco di soldi.
LEUNG (ALLIEVO): sai cosa ti dico… Aspetta e guarda. quando sarò uscito distruggerò il banco suo al mercato e avvelenerò tutti i suoi pesci.
YIP MAN: se dici questo, sei proprio esattamente come loro.
MAESTRO JIN: Ragazzino, ti ho visto combattere e sei abbastanza bravo.
LEUNG(ALLIEVO): io non sono un ragazzino, cosa ti fa pensare che io lo sia?
YIP MAN: Leung! porta rispetto al maestro Jin è più anziano di te
MAESTRO JIN: ah... lascia stare. è giovane, mi ricorda tanto quando io avevo la sua età. Se vuoi che impara le buone maniere, bisogna trovargli una moglie, come ho fatto io. Moglie, figli e famiglia, rendono un uomo più affidabile.
Yip man e maestro Jin ridono
IP MAN: Puoi andare!
POLIZIOTTO: Sbrigati!
Yip man esce dalla cella.
MOGLIE DEL MAESTRO JIN: Devo pagare una cauzione.
MAESTRO JIN: amoree, Fratello, apri qui, per favore. Sbrigati! Veloce!
MAESTRO JIN: quella è Mia moglie.
YIP MAN: Leung, non hai nessuno a casa?
LEUNG: No. Maestro non si preoccupi, saranno costretti a rilasciarmi entro due giorni.
Adesso vada, vada. tranquillo. Ci vediamo fuori.
Leung in cella comincia ad allenarsi.
YIP MAN: grazie fratello Kan, un altro favore, devo pagare per il mio allievo, può aiutarmi di nuovo?
KAN: mi dispiace, non ho abbastanza soldi.
MAESTRO JIN: Maestro Ip! Aspetta, Maestro Ip!
Tesoro, dammi i soldi!
MOGLIE DI JIN: Per che cosa ti servono?
MAESTRO JIN: È un’emergenza, cara.
MOGLIE DI JIN: dici sempre così, stavolta no!
MAESTRO JIN: Aiutami, tesoro! Dai e per aiutare queste per-sone, Avanti!
MOGLIE DI JIN: questa è l’ultima volta.
MAESTRO JIN (rivolgendosi alla figlia che ha in braccio): la mamma è la migliore. Maestro li Prenda.
YIP MAN: Ti ringrazio, te li restituirò appena possibile
MAESTRO JIN: Non ti preoccupare!
Siamo in cella e il maestro Jin si lamenta del fatto che sia difficile aprire una scuola di arti marziali a Hong Kong, perché ci sono troppe scuole, molti maestri e, soprattutto, non è facile confrontarsi con il maestro Hung, che ha tantissimi seguaci e molti soldi. Il giovane e baldanzoso Leung si infuria e minaccia di distruggere il banco di pesci di Hung, fonte del suo guadagno, e di rovinarlo per sempre, una volta uscito dal carcere. Il maestro Ip Man, con la dovuta delicatezza, invita Leung a portare rispetto al maestro Jin perché è più anziano.
Il maestro Jin, intervenendo, dice di capire l’atteggiamento di Leung, che è troppo giovane e che, per imparare le buone maniere, deve trovare moglie e formare una famiglia, cosa che rende l’uomo sicuramente più affidabile. Arrivano una dopo l’altra le mogli dei maestri Ip Man e Jin per pagare la cauzione per la loro liberazione. Ip Man, accorgendosi che nessuno si presenta per Leung, si preoc-cupa dell’allievo ma non sa come aiutarlo.
Leung, rimasto solo in cella, inizia ad allenarsi, perché l’allena-mento è per lui l’unica fonte di salvezza e l’unica cosa che gli è rimasta per andare avanti e poter affrontare l’essere in cella.
Il maestro Jin, che ha osservato la situazione in silenzio, chiede a Ip Man di aspettare e nello stesso tempo chiede a sua moglie altri soldi per una emergenza. La donna inizialmente rifiuta ma poi, quando Jin dice che servono per aiutare altre persone, cede alla richiesta del ma-rito e gli dà il denaro.
Il comportamento dei due maestri è la dimostrazione dei principi fondamentali delle arti marziali, quali il rispetto di sé e degli altri, l’importanza della solidarietà e il valore della famiglia.
proposito del rispetto di sè e dei valori delle arti marziali vi è una dimostrazione anche nel film Ip man 1. Ip rifiuta di insegnare il Wing Chun ai soldati giapponesi, anche se consapevole che questo rifiuto lo avrebbe potuto portare alla morte.
“Le arti marziali sembrano brutali, ma quelle cinesi si nu-trono di ideali, valori e benevolenza. Questo è quello che voi giapponesi non potrete mai capire, voi che usate la forza per terrorizzare gli altri. È per questo che non siete adatti ad impararle.”
2.2 Bruce Lee e Ip man
Dialogo Ip man e il suo allievo Bruce Lee
Un’altra scena importante per la comprensione dello stretto rapporto tra allievo e maestro, è quella in cui Bruce Lee dialoga con Ip Man nella saga di Ip Man 3.
BRUCE LEE: Maestro lp
IP MAN: Mattina! Così presto?
BRUCE LEE: Maestro Ip, sono io.
Non mi riconosce? Sono Siu Long.10
Quando ero piccolo ho chiesto di studiare con te.
Hai detto: prima cresci. Per favore, prendimi come suo al-lievo.
IP MAN: Perché dovrei accettarti?
Bruce Lee: Perché sarò il tuo più grande allievo.
IP MAN: Perché ne sei così sicuro?
BRUCE LEE: Perché sono veloce.
IP MAN: Quanto veloce?
Ip Man prende una sigaretta dal pac-chetto e accende un fiammifero, in quell’stante Bruce a dare un dare un calcio per colpire il fiammifero, ma non riesce.
IP MAN: Non abbastanza veloce, ragazzo.
Ip Man prende un’altra sigaretta e le
lancia in aria e Bruce la colpisce
con un calcio.
IP MAN: Puoi essere più veloce?
Ip Man lancia un’altra sigaretta e di seguito
ne lancia altre otto in aria, il giovane Bruce
con una frequenza di calci le spezza.
IP MAN: Non male.
Mentre Ip Man beve una tazza
d’acqua e la butta verso il ragazzo che
con un calcio trapassa l’acqua.
IP MAN: Ma hai davvero preso a calci l'acqua o pensi solo di averlo fatto?
Ip Man si alza dalla sua sedia e si dirige verso la porta.
Ip Man, tranquillo in casa sua, viene interrotto all’improvviso dall’ingresso di un ragazzino, che si presenta davanti al maestro e, dichiarando di essere Bruce Lee, gli chiede se può allenarlo, volendo praticare il Wing Chun. Quel ragazzino, nel fare la sua richiesta, mostra rispetto, ammirazione e un’evidente venerazione verso quel grande maestro, ma anche determinazione e sicurezza insieme a una grande forza di volontà nel perseguire il suo sogno e il suo progetto di intraprendere l’arte del Kung Fu.
Ip man, sorpreso da questo atteggiamento sfrontato del ragazzo, gli domanda il motivo della sua scelta. Bruce, per nulla intimorito dal maestro, risponde che, essendo molto veloce e molto determinato, di-venterà sicuramente il suo migliore allievo nella pratica del Wing Chun. Ip man, spinto da questa determinazione e testardaggine, decide di metterlo alla prova, testandone la velocità.
Durante l’esecuzione della prova, il maestro, non essendo un di-lettante, capisce subito che Bruce Lee non è alle sue prime armi e, dirigendosi verso la porta, la apre per vedere la sua reazione.
Bruce se ne va deluso e triste, non riuscendo a capire il motivo di questo presunto rifiuto da parte del maestro.
Nelle scene successive scopriamo che Ip Man, quando incontra nuovamente il ragazzo, gli dice di non averlo rifiutato ma che, aprendo la porta, lui da solo aveva deciso di uscire.
“Io ho solo aperto la porta, sei tu che sei voluto uscire"
Il maestro dunque, accoglie nella sua scuola il giovane Bruce Lee, preparandolo e formandolo nel Wing Chun non solo nel modo di combattere ma anche nel carattere.
Dopo la sua formazione, Bruce si avvia ai combattimenti da strada e, insieme al suo caro amico William Cheung e a molti altri compagni di allenamento, sviluppa il proprio Kung Fu nei “beimo”, cioè nei combattimenti clandestini. Bruce Lee è il primo che, dopo essersi trasferito in America, insegna il Wing Chun, che fino ad allora solo i ci-nesi potevano praticare, perché ritenuto il loro patrimonio segreto.
2.3 Il Shifu (maestro) e gli allievi nel Wing Chun
Come abbiamo sottolineato, nell’allenamento del Wing Chun il maestro mette al centro l’allievo, impegnandolo non solo a migliorare la tecnica, ma anche ad affinare le capacità di interagire e di confrontarsi con gli altri. Il maestro viene chiamato shifu che, però, può es-sere scritto in due modi diversi:
si-fu, con il significato di padre;
shifu, con il significato di maestro.
Il maestro, dunque, viene visto come un padre; il si-fu, infatti, consi-dera gli allievi come figli, ed essi devono sentirsi legati tra di loro da un sentimento di fratellanza che li accompagnerà per sempre nel loro cammino marziale. Ciò significa che tra i maestri e gli allievi deve esserci sempre sincerità e trasparenza, per cui bisogna rivelare ogni tipo di disagio e di problema al si-fu che deve impegnarsi in ogni modo a creare e salvaguardare un clima di serenità all’interno della sua scuola.
Nella trilogia di film presi in esami, Ip Man viene presentato proprio come un maestro che ha avuto cura e interesse non solo di dare insegnamenti pratici del combattimento, ma anche di creare un clima di serenità e di pace, in cui gli allievi potessero vivere come fratelli, pensando alla loro preparazione e alla loro formazione senza alcuna competitività, in un ambiente quasi “famigliare”. Durante il percorso formativo, necessariamente i più anziani, come veri padri14, hanno il compito di aiutare i più giovani nella crescita e nelle diffi-coltà che via via incontrano nella preparazione e nella vita.
L’allievo diventa così parte di un gruppo molto coeso e, come tale, si sente protetto e motivato a ritrovare la spinta necessaria per continuare a lottare sia sul “ring” sia nella vita. Il massimo rispetto per il maestro e per i compagni di pratica, si mostra proprio nell’esercitarsi sempre con umiltà, con costanza, con il massimo im-pegno fisico e con la più assoluta attenzione mentale, la sola che per-mette loro di imparare a ascoltare il proprio corpo.
Conclusione
Ho deciso di basare la mia tesi su questa saga perché prima di tutto il Wing Chun è un’arte marziale ancora oggi poco conosciuta, così ho cercato di descrivere e fornire maggiori informazioni in merito a questo sport. La storia non ci aiuta a conoscere la verità sulle origini del Wing Chun, ma ciò che sappiamo in Occidente sulla figura del maestro Ip Man lo dobbiamo a uno dei suoi miglior allievi: Bruce Lee, che ha contribuito a farci conoscere l’arte e le sue tradizioni che derivano dall’oriente. Questo stile di Kung Fu è valido per sviluppare nell’individuo le capacità di guardare la realtà con occhi diversi.
Osservando il maestro Ip Man con uno sguardo più introspettivo, il punto di forza di questo personaggio lo si può cogliere nei suoi modi di fare, nell’atteggiamento che ha nei confronti della famiglia, dell’allievo e del prossimo. Il suo approccio pacato, la sua curiosità di conoscere se stesso, di confrontarsi, di migliorarsi e perfezionarsi nella tecnica di combattimento, è ciò che lo rende saggio e razionale nei suoi consigli.
Con i continui e frequenti allenamenti di Wing Chun, Ip Man plasma il suo Io interiore trasformandolo in un uomo che ancora oggi è visto come un modello a cui aspirare e da onorare. Secondo il mio punto di vista, il suo allenamento costante, attento e preciso, quasi os-sessivo, è stato negli anni un rifugio per lui, creando attorno a sé un muro, per fuggire dalla vita reale. Questo suo atteggiamento però lo ha portato a mettere in primo piano l’allenamento, trascurando e a volte dimenticando gli impegni famigliari, ma ciò nonostante ha sem-pre protetto e rispettato la sua famiglia.
Il Wing Chun, oltre a migliorare il proprio mondo interiore, riesce anche a condizionare il modo in cui ci rapportiamo e guardiamo il mondo che ci circonda, ci permette di vivere in tranquillità la quotidianità. Oggigiorno è anche vero che nella nostra società la scuola, la famiglia, la chiesa in qualche modo non sono più gli unici punti di riferimento nel corso della formazione del giovane.
Molti degli sport marziali vengono praticati a livello agonistico, e vengono classificati come sport violenti. Il Wing Chun non viene pra-ticato a livello agonistico, così che tra i ragazzi non si crei nessun clima di competizione. L’allievo, coinvolto in questo clima pacifico e tro-vando conforto e sostegno nel sifu, è soddisfatto e riesce anche ad avere un miglioramento emotivo-comportamentale, perché impara non soltanto le tecniche adatte a sconfiggere il nemico che incontrerà nei combattimenti futuri, ma apprende e metabolizza anche dentro di sé quei valori, quegli atteggiamenti, quelle regole morali e civiche che ne modellano e ne modificano il comportamento nel vivere la quotidianità, senza ricorrere alla violenza e all’aggressività.
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http://www.vingtsun.org.hk/
https://www.leungting.com/blog